Blog

posa autobloccanti

Posa in opera dei mattoni autobloccanti: consigli utili

L’utilizzo dei masselli autobloccanti in calcestruzzo è una soluzione di riferimento per quanto riguarda la pavimentazione di aree esterne. Le ragioni sono molteplici: la durabilità, il design, l’economicità, l’eco-compatibilità sono solo alcune delle caratteristiche positive di questo prodotto.
Il massello in calcestruzzo, proprio per le notevoli caratteristiche che possiede è fabbricato ed utilizzato in tutto il mondo e soprattutto nei paesi industrializzati come la Germania, il Giappone, gli Stati Uniti, l’Australia, ma anche in economie povere e nei paesi del Terzo Mondo, rivelandosi uno dei prodotti più “globalizzati” del mondo dell’edilizia.
Contribuire alla diffusione di queste poche regole per la posa dei mattoni autobloccanti permetterà un migliore impiego e una qualità ancora maggiore delle opere finite.

Sezione di un pavimento autobloccante

Lo schema seguente illustra una sezione tipo di una pavimentazione in masselli autobloccanti per meglio comprenderne la posa dei mattoni:

Fasi di posa autobloccanti

1 – Cordolo: sequenza di elementi perimetrali aventi la funzione di contenere la spinta dei masselli che, sottoposti ad azioni, tendono a migrare.

2 – Giunto: interspazio esistente tra masselli posati adiacenti

3 – Rivestimento (Masselli): strato di finitura avente la funzione di conferire alla pavimentazione determinate prestazioni meccaniche, chimiche, fisiche, di benessere e di sicurezza.

4 – Allettamento di Posa: strato a spessore costante adeguatamente spianato avente la funzione di ricevere gli elementi di rivestimento (masselli).

5 – Strato Drenante: strato avente la funzione di conferire alla pavimentazione una prefissata permeabilità ai liquidi.

6 – Massicciata: mono o pluristrato avente la funzione di trasmettere al suolo le sollecitazioni meccaniche impresse dai carichi alla pavimentazione.

7 – Suolo (Fondazione): strato del terreno avente la funzione di resistere alle sollecitazioni impresse dai carichi alla pavimentazione.

1. Verifica del sottofondo

Il compito fondamentale del posatore è quello di verificare i piani di posa, che devono essere approntati a meno 3-4 cm (oltre allo spessore del massello dal piano pavimento finito). Per evitare ristagni d’acqua in nessun caso si devono realizzare pavimentazioni con pendenze inferiori all’ 1%: la pendenza minima raccomandata è del 1,5%.
I relativi manufatti (chiusini, caditoie, canalette ,etc,) dovranno essere posizionati al livello della pavimentazione finita prima dell’inizio della posa in opera, tenendo conto di un ulteriore calo del livello pavimentazione finita per effetto del traffico nell’ordine di 3-5 mm.

2. Contenimento laterale

cordolo per posa autobloccanti

E’ fondamentale la presenza di un contenimento laterale, così da contenere i mattoni ed evitare che essi possano sbloccarsi autonomamente e in grado di opporsi alle tensioni orizzontali dovute al traffico. Le cordolature di contenimento prefabbricate in calcestruzzo o i muretti devono essere fissati a terra mediante malta cementizia. La posa in opera dei cordoli deve avvenire prima della posa in opera della pavimentazione.

3. Stesura e staggiatura della sabbia

Lo strato di allettamento dovrà mantenere uno spessore costante, considerando in fase di assestamento una riduzione di spessore tra il 20% e il 30% in funzione della granulometria utilizzata. La staggiatura può essere realizzata in due modi:

– Precompattazione: dopo aver steso la sabbia con un idoneo spessore si vibrocompatta con piastra vibrante, si sparge un nuovo spessore di circa 1,5cm e si staggia. Con questo metodo é possibile garantire minori cedimenti in pavimentazioni che devono sopportare carichi elevati, inoltre é possibile in questo modo controllare maggiormente il cedimento finale della pavimentazione.

– Metodo classico: la sabbia viene stesa e staggiata, la compattazione avviene nella fase successiva dopo aver installato i mattoni autobloccanti. E’ importante non disturbare il piano di posa dopo la staggiatura, nel caso questa venga rovinata anche in piccole porzioni é necessario provvedere alla sua sistemazione prima della finitura con i massello.

Il riporto di posa dovrà essere costituito da sabbia di origine alluvionale o dalla frantumazione di rocce ad elevata resistenza meccanica e non alterabili. Altro importante fattore è rappresentato dall’uniformità delle caratteristiche della sabbia: a tal fine è opportuno prelevare sempre la sabbia dalla stessa fonte e lasciarla drenare prima dell’uso.

Lo strato di allettamento in sabbia dovrà mantenere uno spessore costante compreso tra 3 e 6 cm al momento della staggiatura: in nessun caso infatti le pendenze dovranno essere ricavate variando lo spessore di tale strato. Lo spessore maggiore è opportuno in presenza di sottofondi rigidi (ad esempio calcestruzzo o misto cementato), mentre spessori minori sono indicati per pavimentazioni su sottofondi in materiale naturale non legato. La sabbia di allettamento compattata dovrà risultare quindi di compreso tra 2,5 e 4,5 cm.

4. Posa in opera dei mattoni autobloccanti

posa mattoni autobloccanti

 

Una volta preparato il piano di allettamento si procede alla posa dei masselli. La geometria di posa dipende dal tipo di massello impiegato.

La scelta della geometria più adatta deve essere effettuata in funzione delle destinazioni d’uso previste per la pavimentazione.
La posa in opera deve essere condotta in modo tale da mantenere sempre un fronte “aperto” per la posa dei mattoni autobloccanti successivi, onde evitare l’inserimento forzato.

I masselli che non possono essere inseriti integralmente vanno tagliati a misura con apposita attrezzatura a spacco oppure con sega da banco.

5. Intasamento dei giunti e vibrocompattazione

posa autobloccanti intasamento giunti
posa autobloccanti intasamento giunti

La sigillatura dei giunti è fondamentale per l’efficienza della pavimentazione. L’effetto fondamentale di autobloccanza, cioè la capacità di distribuzione del carico da un massello ai masselli vicini, è infatti determinato dall’attrito realizzato dalla sabbia nei giunti.
La sabbia deve essere asciutta, se essiccata facilita la penetrazione ed il riempimento del giunto ed essere stesa e distribuita in modo omogeneo su tutta la superficie da vibrocompattare.
Si procede quindi alla vibrocompattazione a mezzo di piastra.

La vibrocompattazione ha la funzione di allettare i masselli nello strato di sabbia e di garantire un primo assestamento della sabbia nei giunti (andranno previsti almeno 3 passaggi in senso trasversale per garantire uniformità di compattazione).
Al termine della vibrocompattazione si procede all’intasamento finale dei giunti con ulteriore stesura di sabbia.

 

La sabbia di intasamento deve essere lasciata sulla pavimentazione il più a lungo possibile per consentire un’efficace intasamento dei giunti sotto carico di traffico.

La buona riuscita della posa dei mattoni autobloccanti è dovuta in larga parte alla sigillatura dei giunti e l’uso di una sabbia non idonea, un intasamento non corretto o la rimozione della sabbia prima del completo intasamento sotto carico può comprometterne la stabilità complessiva.

In conclusione

Se stai pensando di rivestire il tuo spazio esterno (vialetto, marciapiede, bordo piscina, parcheggio ecc..) con una pavimentazione resistente a qualunque clima e durevole nel tempo, i mattoni autobloccanti potrebbero essere una soluzione molto pratica, veloce ma soprattutto più econimica rispetto ad altre soluzioni per esterno presenti sul mercato.

I mattoni autobloccanti garantiscono un buon compromesso tra estetica e funzionalità in quanto sono personalizzabili con colorazioni di ogni tipo e in grado di riprodurre decorazioni geometriche e mosaici su superfici di ogni ampiezza. 

 

Condividi questo post